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Pneumatici Mitas E10 Dakar

Abbiamo deciso di testare questi pneumatici prodotti dalla ceca Mitas per il nostro viaggio a Dakar ci occorrevano pneumatici con tasselli più pronunciati rispetto alle Heidenau K60 Scout che solitamente montiamo sulla nostra Africa Twin.

La scelta è ricaduta sul modello E10 in mescola “Dakar” in modo da avere un giusto compromesso tra trazione e guidabilità in offroad e percorrenze dignitose, in previsione di affrontare circa 4’000 km in ogni condizione. Mitas distingue la versione standard di questo pneumatico da quella Dakar con una mescola più resistente all’usura mediante una riga gialla circonferenziale ben visibile. Questo prodotto è appunto dedicato ai lunghi viaggi avventura.

 

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Partiamo dalle impressioni su asfalto, premettendo che per una gomma del genere non ci attendevamo di sicuro prestazioni strepitose ne come grip ne come comportamento dinamico. Siamo rimasti piacevolmente stupiti perché -pur con i loro limiti- consentono un uso della moto a tutto tondo e non diventa una tortura usarle su asfalto.

La prima cosa che si nota è la tendenza dell’anteriore a “cadere” rapido in piega ma non si avverte il netto “scalino” tipico delle gomme tassellate: se sulle prime ciò fa impressione, bastano pochi chilometri per abituarsi, c’è però da dire che a questa discesa in piega veloce non corrisponde una tendenza a chiudere le traiettorie anzi tipicamente l’anteriore allarga parecchio e occorre forzare un poco sul manubrio per chiudere le linee come si vuole. Il rotolamento è invece incredibilmente fluido e con vibrazioni assolutamente limitate considerata la tassellatura: per fare un paragone le più stradali Heidenau  sono peggiori in questo senso, probabilmente per la mescola più dura.

 

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Sempre su asfalto è facile far scivolare il posteriore in accelerazione, ma sempre in maniera gestibile e soprattutto sempre e solo andando a forzare col gas, la guida è discretamente rotonda per la tipologia di gomma e se non si forza il ritmo non occorrono cautele particolari, mentre sul bagnato conviene aumentare la prudenza dato che ci si sente un poco “sulle uova” anche se in effetti non abbiamo mai riscontrato perdite di aderenza repentine.

 

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Affrontando del fuoristrada facile e battuto si apprezza la buona trazione con il TC disattivato: si gestisce facilmente la derapata ma solo dopo averla cercata con il gas, mentre si può facilmente procedere sottocoppia anche su pendenze discrete senza slittamento del posteriore. Davanti si avverte una buona direzionalità ma il feeling continua a non essere eccelso, esattamente come su asfalto: occorre abbassare un poco la pressione per trovare maggiore confidenza dato che la carcassa già di per sè appare piuttosto rigida: da un primo test a 2,2 bar siamo poi scesi a 1,8 bar.

La mescola di questi pneumatici appare però piuttosto morbida, i tasselli sono soffici al tatto e soprattutto al posteriore l’impressione è che l’usura si veda fin da subito: in off si nota subito che lo spigolo del tassello si arrotonda sul lato anteriore mentre in generale dopo qualche centinaio di km il posteriore appare già più appiattito al centro: vedremo se più a lungo termine questa tendenza si confermerà.

 

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il posteriore dopo 600 km

 

Per chi ha velleità più fuoristradistiche Mitas propone anche un modello simile ma più rivolto all’offroad, le E09, con cui però temevamo di sacrificare troppo la guida su asfalto e la durata chilometrica -sebbene anche su questo modello sia prevista la mescola “Dakar”.