Motociclista da sempre nell’anima ma possessore di moto da soli 10 anni e 95 mila km, passando da scarpe lisce e 4 cilindri, ovviamente jappo, a scarpe col tacco, bicilindrica e austriaca.
Siamo sinceri, a pensarci bene la moto vista da fuori è una vera scocciatura: niente aria condizionata d’estate, niente riscaldamento d’inverno, niente tetto sulla testa quando piove (e parla uno che acqua ne ha presa veramente tanta), difficoltà nelle manovre da fermo e poco spazio per i bagagli. Ma che vita è? E’ vita per chi quando pensa a un viaggio già sa con che mezzo affrontarlo sapendo che nonostante tutto non c’è gioia più grande, una volta arrivato a destinazione, che un bello scatto in cui compare in primo piano la moto, esclusivamente per immortalare il fatto di aver raggiunto la meta con il proprio cavallo, nonostante tutte le noie e il mal di schiena che inizia a farsi sentire. In fondo quello che ci fa star bene sotto sole, freddo o pioggia e con la moto carica come un mulo a mio parere è che quando viaggi su due ruote sei tu che detti le regole tra te e il mezzo, sei tu che fai la differenza.
Oggi cavalco una endurona, o come meglio si può definire una muccona, con la quale ho percorso più di 50mila km e che grazie alle sue doti ha notevolmente ampliato i miei orizzonti e le mete raggiunte non più esclusivamente su asfalto. Per questo devo dire grazie a diversi amici che mi hanno spiegato che le enduro servono anche a quello e con i quali ho condiviso qualche zingarata più o meno a lungo raggio delle quali credo possiate leggere anche su questo sito.
Non voglio aggiungere altro se non … stay tuned and ride away…