Devo ammettere che quando penso a come è nata in me la passione per il mondo delle moto a volte mi sento come un adolescente che inizia a fumare perché tutti i suoi amici lo fanno: dopo aver sentito per anni gli emozionanti racconti di Federico, Luca e tanti altri amici, quasi per sfizio ho deciso di regalarmi una moto che potesse sostituire il mio scooter nei trasferimenti di tutti i giorni e allo stesso tempo darmi la possibilità di unirmi a loro per qualche weekend tra amici.
Poco più di un anno fa ho acquistato una Transalp di seconda mano, senza neanche saperla guidare. Attratto dall’aria amichevole di questo mezzo e spinto dall’opinione positiva di Federico che era venuto con me a vederla, ho deciso di fare il grande passo.
A primo impatto ne ero quasi intimorito, ma dopo poche decine di minuti che mi sono serviti a prendere confidenza con cambio e frizione, ho cominciato a intuire quali sensazioni potesse essere in grado di regalare una moto “vera”.
Qualche mese dopo ho avuto l’occasione di assaggiare il sapore dell’avventura in un indimenticabile weekend sulle montagne piemontesi, dapprima sui bellissimi colli dell’Assietta e delle Finestre concluso poi con l’ardua ascesa al colle del Sommeiller.
Il tragitto che fino a quel momento era stato piacevole e – con la dovuta prudenza – anche piuttosto semplice, ha cominciato a mettere in luce i miei limiti di neofita del fuoristrada: i tratti pietrosi e impegnativi mi facevano sudare e allo stesso tempo mi intimorivano e ammetto di non essere sempre riuscito a tener fede agli inviti dei miei compagni di viaggio che mi consigliavano di uscire dalle situazioni difficili usando il comando del gas, visto che il mio istinto di conservazione me lo sconsigliava vivamente.
Ricordo il momento dell’arrivo come una vera e propria conquista, e liberazione allo stesso tempo.
Mi sentivo appagato per essere riuscito a raggiungere quell’obiettivo, seppure non senza difficoltà, e allo stesso tempo per essere immerso in un incantevole paesaggio che mi infondeva un incredibile senso di libertà.
Ancora oggi quando nel caotico traffico di Genova accarezzo le plastiche della mia moto ancora segnate da quell’esperienza sorrido nel casco e rivivo tra me e me quelle sensazioni indimenticabili.