Tour Cornovaglia e Galles
Durata: 16 giorni
Chilometraggio: oltre 5’700
Itinerario: Link a youposition
Paesi toccati: Francia, Inghilterra, Galles, Svizzera
Punto più a Ovest: Land’s End W 5,712°
Punto più a Nord: Cemaes N 53,413°
Il lungo viaggio dell’estate 2016 che ci ha portato alla scoperta del Galles, ma anche di Cornovaglia e Bretagna, seppur in maniera minore.
Siamo partiti da Genova in direzione Roscoff dove ci attendeva un traghetto per Plymouth due giorni dopo; dopo aver respirato un po’ di aria fresca in montagna sui passi de L’Echelle, del Tourmalet e del Galibier la tappa del primo giorno è stata puramente “on the road” mentre la seconda sera ci siamo fermati a visitare la bella Quiberon in Bretagna.
Il giorno successivo dopo una capatina a Camaret Sur Mer ci siamo diretti a Roscoff ed imbarcati su un traghetto della Britanny Ferries per attraversare la manica, sbarcati a Plymouth in serata abbiamo scelto l’affascinante borgo di Kingsand per passare la notte in un piccolo B&B gestito da una accogliente coppia di anziani
Passando da Falmouth abbiamo visto il porto e le sue infrastrutture per le riparazioni navali, abbiamo dedicato un po’ di tempo alla visita della locale stazione del Royal National Lifeboat Institution, ovvero l’associazione che si occupa di salvataggi in mare più comunemente conosciuta come RNLI: un volontario ci ha guidato a bordo della veloce imbarcazione in dotazione, capace di affrontare qualsiasi condizione di mare con due motori da oltre 1’200 hp ciascuno ed una struttura in grado di tornare sempre a galla anche in caso di ribaltamento.
La Cornovaglia offre davvero panorami spettacolari in alcuni suoi angoli, tra i più famosi c’è non a caso la penisola di Lizard. Una pausa nel porticciolo di Coverack ed una visita fino al famoso faro erano d’obbligo
Poco prima di Penzance si trova invece St. Michael’s Mount, gemella inglese della arcinota Mont St. Michel in Francia: anche qui si può raggiungere l’isolotto a piedi con la bassa marea, quando la spiaggia si allunga a dismisura ed i gabbiani si precipitano a fare scorpacciate di molluschi.
Meno affascinante è Land’s End, trasformata in un vero e proprio “circo” per turisti, fortunatamente ci arriviamo dopo l’orario di chiusura dei numerosi negozi, ma un poco sconfortati tiriamo avanti verso Cape Cornwall, rimasto un poco più autentico, passiamo davanti alle celebri miniere ormai diventate attrazione turistica e poi rientriamo a Penzance dove abbiamo trovato l’unica camera libera della zona
Al mattino completiamo il tratto mancante della B3306 ma il clima è ben peggiore del giorno precedente e la nebbia persistente non ci abbandona fino a St. Ives che è invece baciata da un bel sole mattutino e decidiamo quindi di prenderci una comoda pausa per una colazione all’aperto sul bel porticciolo.
Proseguiamo sulla 3301 che segue la frastagliata costa e dopo aver ammirato il faro di Godrevy, essere passati dalla affollata Perranporth andiamo alla ricerca di panorami un poco più selvaggi al faro di Trevose Head, mentre la bella Port Isaac ci accoglie con un tempo infelice ed una massa di turisti sproporzionata rispetto alle sue dimensioni: ci fermiamo poco oltre per un the e poi puntiamo decisi a Bude dove abbiamo trovato un bell’alloggio vista mare per la notte e dove ceniamo in un caratteristico pub dopo una rilassante camminata in spiaggia.
Lasciamo la Cornovaglia ed entriamo in Devon, dove visitiamo l’affascinante faro di Hartland, in posizione davvero scenografica, ma restiamo un poco delusi poiché del relitto della MS Johanna qui naufragata il 31 dicembre 1982 non rimane praticamente più nulla di visibile se non il blocco del motore: in questi anni il mare si è reimpossessato di questa nave.
Il traffico è a dir poco caotico in questo venerdì di fine luglio e quindi tolta una breve pausa per un gelato puntiamo a nord sulla congestionata M5 in direzione Galles, attraversata la foce del Severn lasciamo l’autostrada per la piacevole A466 che ci porta alla celeberrima Tintern Abbey, il rudere di un’abbazia cistercense risalente al XII secolo davvero affascinante: ci ha ricordato quella si S. Galgano in Italia anche se qui l’atmosfera è forse più spettrale.
La sera siamo ospiti da un collega nel caratteristico villaggio di Upton Bishop, pochi chilometri oltre al confine inglese, dove ceniamo in un pub che ci sentiamo di segnalarvi per qualità del cibo e cortesia della gestione: il Moody Cow, addirittura segnalato sulla guida Michelin.
Le strade in questa zona sono davvero piacevoli e ci godiamo un po’ di curve fino ad arrivare a Blaenavon dove visitiamo la miniera chiamata “Big Pit” ovvero “grande pozzo” attiva per un secolo e convertita dopo la sua chiusura nel 1980 in museo dove è tutt’ora possibile scendere nelle gallerie mediante un elevatore elettromeccanico le cui enormi pulegge sono visibili da tutta la vallata.
Attraversiamo la bella zona del Brecon Beacons e ci fermiamo per una sosta al famoso Carreg Cennen Castle, mentre per la serata ci fermiamo a Ferryside, una sperduta località sulla foce del Towy,
Di buona mattina ci muoviamo verso la caratteristica Laugharne, famosa -oltre che per il suo bel castello in pietra- per essere legata al poeta Dylan Thomas, e per questo meta di veri e propri pellegrinaggi dei suoi estimatori.
Pranziamo su una bella terrazza a Tenby, dove prenotiamo anche un B&B, per poi dirigerci alla stupenda St. Govan’s chapel, una minuscola chiesetta incastonata in una impervia scogliera a picco sul mare, siamo fortunati perché la zona in cui si trova è teatro di esercitazioni militari ed è spesso inaccessibile, ma noi la troviamo aperta in quanto usualmente nel weekend non sono previste attività “balistiche”.
Per terminare in modo “British” il pomeriggio ci concediamo una tazza di the e una fetta di torta in un bel pub con vista sul Milford Haven, che scopriamo essere nientemeno che un locale storico che da oltre 500 anni, rifugio per pirati e marinai famoso per aver mantenuto un fuoco ardente per 300 anni giorno e notte, se volete farci un salto si chiama The Old Point House.
Rientriamo a Tenby dove troviamo un classico festival con musica rock dal vivo e dopo cena passeggiamo nella baia prosciugata grazie alla bassa marea, tra i gabbiani che si cibano di molluschi e barche arenate, infine ci godiamo uno spettacolo di fuochi artificiali prima del meritato riposo.
Ci svegliamo il giorno successivo con una pioggia persistente, ben diversa dalle “shower” che ci hanno di tanto in tanto inumidito le giornate precendenti per qualche decina di minuti… il sentore è che purtroppo la giornata sarà caratterizzata da questo tempo. Dopo la colazione facciamo due chiacchiere con la titolare del B&B che conosce Genova e addirittura ha incorniciato alcune stampe di antiche mappe della città, come sospettavamo la pioggia non ne vuole sapere di smettere e così ci mettiamo il cuore in pace e indossiamo le cerate già in partenza.
Proprio oggi avevamo in programma di completare il giro del Pembrokeshire ma il tempo non accenna a migliorare, proviamo quindi a temporeggiare pranzando anzitempo nel bel Druidstone hotel, una struttura vista mare con accogliente sala da pranzo dove ci asciughiamo al fuoco di un caminetto e passiamo qualche ora a rilassarci e programmare cartina e guida alla mano le tappe dei giorni seguenti.
Scoraggiati dal tempo non visitiamo nemmeno la celeberrima cattedrale di St. David’s e optiamo per una notte a Nevern, nelle verdi campagne dell’entroterra, dove ci consoliamo con un’ottima cena.
Al mattino prima di lasciare Nevern visitiamo la chiesa di San Brynach con la sua famosa croce celtica, in seguito proseguiamo per New Quay e Aberaeron ma il cielo si fa nuovamente minaccioso. Optiamo quindi per una pausa-the proprio nel momento in cui si mette a piovere ma fortunatamente il rovescio dura poco e possiamo riprendere la cavalcata sulla costa verso Nord fino a raggiungere Aberdyfi (Aberdovey), dove cerchiamo di pianificare la sosta per la notte nella zona di Porthmadog, senza però trovare niente di interessante.
La A493 è molto scenografica in questo tratto, in particolare verso Fairbourne dove corre a picco sul mare. Poco oltre attraversiamo l’estuario del Mawddach su un curioso ponte in legno a pagamento (Penmaepool bridge), il pedaggio è simbolico e viene riscosso a mano da un addetto: ci sembra di tornare indietro nel tempo…
Dopo aver visto uno dei bellissimi trenini a vapore a scartamento ridotto che da Porthmadog vanno fino a Ffestiniog trasportando turisti, gli stessi che un tempo venivano utilizzati per movimentare l’ardesia dalle cave dell’entroterra fino al mare, ci dirigiamo più per intuito che altro nella bella baia di Borth-y-Gest snobbando la vicina e più turistica Portmeirion e troviamo quasi per caso un tranquillo B&B gestito da una coppia di anziani con una bella stanzetta vista mare da cui quasi increduli vediamo come la marea entri velocemente in questo estuario cambiando il panorama in poche decine di minuti.
La mattina successiva finalmente rivediamo il sole e ne approfittiamo per goderci la vista della spiaggia di Abersoch, dove oltre ai “soliti” surfisti vediamo anche qualche bagnante tuffarsi nelle fresche acque di questa ampia baia. Giunti ad Aberdaron realizziamo che in questo piccolo paesino non ci sono benzinai (siamo in riserva da tempo) e quindi non ci spingiamo oltre su questa remota penisola, anche perché il famoso faro di Bardsey Island non sembra essere visibile da terra. Curioso il fatto che quest’isola in epoca medievale fosse meta di pellegrinaggi cristiani, in quanto considerata “luogo di indulgenza” e “porta del paradiso”.
Tappa successiva è l’isola di Anglesey, collegata alla terraferma mediante ponti, che sarà il simbolico giro di boa del nostro viaggio. Ci dirigiamo subito verso la bella ma affollata Beaumaris e successivamente a Penmon dove visitiamo l’abbazia e il “Penmon point” da cui si può ammirare il bel faro e la Puffin Island. Raggiungiamo poi l’hotel che abbiamo prenotato a Valley facendo un piacevole percorso tra le campagne e le coste del perimetro di Anglesey, dove una grossa centrale nucleare si fa notare nei pressi del porticciolo della bella Cemaes -sulla cui spiaggia è presente una curiosa campana per segnalare la marea-, con una presenza un po’ spettrale che stona un po’ con il carattere rurale di questa zona.
Concludiamo la mattina successiva la visita di questa zona passando sulla Holyhead Island (sempre mediante ponti) per visitare l’affascinante faro di South Stack ed infine con la foto di rito alla stazione di Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch, luogo che non ha molto altro da offrire che il curioso nome ed il cartello di lunghezza imbarazzante sotto il quale i turisti si fanno immortalare. Piccola curiosità: nel ritorno dal nostro viaggio in Scozia avevamo già incontrato un’altra Holy Island, ovvero l’isola tidale di Lindisfarne.
Anche stavolta, nonostante il tempo sia migliore rispetto ai giorni precedenti, non riusciamo a vedere la cima del mitico monte Snowdon che rimane immersa tra le nubi anche mentre percorriamo i bellissimi Llanberis Pass e Pen-y-Pass, davvero scenografici nonostante raggiungano poco più di 300 metri di altitudine. Inutile quindi avventurarsi in vetta con il famoso trenino dato che la vista è completamente coperta dalla nebbia.
Per il pernottamento abbiamo scelto Llandudno, una elegante cittadina balneare con il caratteristico “pier” ricco di attrazioni e bancarelle dall’aspetto un poco pacchiano e molti eleganti ristoranti: dopo una sfiziosa cena all’Osborne House (meno caro di quanto potrebbe sembrare, e di ottimo livello) andiamo sulla spiaggia a Ovest della città per ammirare il tramonto sul mare. Lasciamo il bel giro della penisola (chiamato “marine drive”, a pedaggio) per il mattino successivo dopo esserci viziati al Lilly hotel con un sontuoso letto a baldacchino ed una colazione eccezionale ad un prezzo tra i più bassi dell’intera vacanza, seppure non certo economico in generale.
Ci concediamo ancora una visita al bel castello di Conwy prima di rimetterci in sella. La strada d’ora in poi sarà quella del rientro, ogni chilometro ci avvicina ormai a casa. Cerchiamo però di inserire comunque tappe interessanti per rendere meno mesto il ritorno. Fino a Rhyl non vediamo nulla di interessante, anzi il panorama si rivela per lo più deludente. Migliora invece sulla A525 che percorriamo fino poco oltre Rhuthun dove poi deviamo sulla A542 dell’Horseshoe Pass, dove finalmente incontriamo numerosi motociclisti (nel resto del Galles era quasi una rarità incrociarne uno), sulla sommità del passo c’è anche un bar-ritrovo in stile appenninico dove gli appassionati si raccontano le loro imprese, si chiama Ponderosa Cafè ed ha anche un negozietto di souvenir, per lo più di dubbio gusto. Nonostante l’altezza sia limitata -supera di poco i 400m- la strada è davvero gustosa con ampi curvoni ben asfaltati.
Raggiungiamo la affollata Llangollen dove ammiriamo le caratteristiche “narrow boats” che trasportano turisti lungo i canali abilmente manovrate visti gli strettissimi spazi a disposizione: le seguiamo fino all’acquedotto di Pontcysyllte che è forse il punto più scenografico del loro percorso.
Con questa immagine lasciamo il Galles e ci dirigiamo verso Warwick dove abbiamo previsto una tappa a metà strada per Dover dato che il traghetto notturno previsto inizialmente da Hull a Rotterdam ha raggiunto prezzi esorbitanti e abbiamo deciso di cambiare programmi.
La puntualità inglese è proverbiale, ma non pensavamo che oltre alle porte del bel castello di Warwick alle 18 venisse chiuso anche il parco circostante, così andiamo in albergo con l’amaro in bocca.
Al mattino salutiamo un amico a Kettering e poi ci immergiamo nel perenne traffico della M25 (la “tangenziale” di Londra) per raggiungere Dover e le sue famose scogliere, che ammiriamo una volta a bordo della Calais Seaways che dopo una breve navigazione ci porta a destinazione. Fatto il pieno a Calais percorriamo velocemente gli oltre 250 km che ci separano dal nostro B&B prenotato in nave, il bellissimo Chateau de Clermont-les-Fermes immerso nella campagna francese che ci godiamo, oltre che per un sontuoso pernottamento, anche per la cena e per una ottima colazione mattutina preceduta da un tuffo in piscina: la vacanza sta per finire e vogliamo concederci ancora un po’ di vizi.
Partiti non certo di buon mattino ci fermiamo anche per una tappa alla vicina cattedrale di Reims e poi cerchiamo di recuperare intervallando scorpacciate di autostrada a piacevoli tratti di statale, come la D971 che costeggia la Senna che percorriamo fino a Digione.
Vista la calura decidiamo di pernottare in una località di montagna dello Jura (nei pressi di Ginevra) che raggiungiamo seguendo la bella N5 che è davvero piacevole, intervallata da diversi valichi tra cui il Col de la Faucille che percorriamo dopo cena quando il sole sta ormai tramontando.
L’ultimo giorno gustiamo un po’ di curve al mattino sul Col de Forclaz e sul Gran San Bernardo prima di imboccare l’autostrada nei pressi di Aosta e tornare a Genova attraversando la pianura padana in una torrida giornata estiva, abituati come eravamo a temperature ben più miti.